All’ENGIM riteniamo che l’ apprendistato di I livello sia uno strumento prezioso che può coesistere con tutti i corsi, non solo quelli in modalità duale. La differenza che c’è tra un corso duale e uno non duale sta nell’impresa formativa simulata nel I anno, e nello stage ( o alternanza) già dal II anno. L’attivazione di un contratto di I livello può avvenire in qualsiasi annualità di qualsiasi corso di qualifica: sia esso duale o ordinario.

Attraverso l’attivazione di un contratto di questo tipo la ragazza o il ragazzo potrà svolgere una parte della formazione tipicamente scolastica, in un contesto lavorativo ovvero in azienda. Queste ore saranno riconosciute come se fossero svolte in aula e non vengono di fatto retribuite dall’azienda. Sono ore che appartengono al corso scolastico, ma sono svolte in un contesto completamente diverso.

La grande differenza con lo stage sta nell’approccio che azienda e lavoratrice/lavoratore dimostrano. Per l’azienda si parla di una collega (o di un collega) e non di una stagista (o uno stagista). Chi viene assunto dipende di fatto dall’azienda e il rapporto che si crea è diverso rispetto ad uno stage. C’è anche una ritualità che contribuisce a conferire al contratto un’aura diversa e più “da grandi”: adulta.

La firma del contratto è di fatto l’evento ultimo che sigla un percorso più complesso ed articolato. Nel percorso di qualifica dove è previsto l’apprendistato il coordinatore dedica molte risorse alla preparazione della classe al percorso che faranno. Questa preparazione inizia ben prima del primo giorno di scuola, con i colloqui di orientamento. Già da quel momento il coordinatore illustra quelle che potrebbero essere le peculiarità del percorso e, soprattutto, di un contratto.
A inizio anno scolastico inizia la fase di preparazione al colloquio che sosterranno con le aziende con cui collaboriamo. Il contratto non è garantito a nessuno, il colloquio si.
Affinché per tutti il colloquio possa avere esito positivo, i docenti si concentrano da subito sugli aspetti pratici: non solo il cv, l’inglese, ma anche l’aspetto, la cura di sé, il saper parlare ad un adulto da adulto, il mettersi in gioco in modo corretto.
Il contratto di apprendistato, che non è garantito a tutti come lo stage, spinge di fatto le ragazze e i ragazzi che desiderano attivarlo, a mettersi in gioco, a fare uno di quei famosi scatti in avanti. In effetti ci si sente più grandi, quando si comincia a lavorare.

20210301_090229-minTra tutti gli esempi che potremmo citare, l’ultimo. L’impresa formativa di ENGIM agli Artigianelli ha assunto una studentessa di I biennio; al momento di firmare il suo contratto di lavoro era ovviamente molto emozionata, ben sapendo che non erano i soldi che in quel momento stava conquistando. Vederla lavorare è bellissimo. Basta il suo sorriso per capirlo. E’ il sorriso di chi, con soddisfazione, è consapevole di aver superato una selezione e di essere lì per un merito che è tutto suo. La consapevolezza che mettendosi in gioco, si diventa più alti, più grandi, più adulti ed autonomi (la studentessa è Aurora, fotografata qui a sinistra!)

Tutti i corsi avviati agli Artigianelli da 2017 prevedono la possibilità di “imparare lavorando”, e da allora il panorama delle aziende con cui collaboriamo è cambiato molto. Oggi possiamo tranquillamente dire che di fatto l’argomento centrale è sempre lo stesso, anche con aziende completamente diverse: le competenze trasversali. Quelle criticità che non riescono ad emergere così bene con uno stage. Le stesse criticità che in un ambiente di lavoro “normale” significherebbero l’interruzione del rapporto di lavoro. La caratteristica dell’apprendistato di I livello sta nel fatto che c’è un terzo soggetto che ha voce, ovvero noi. L’ente di formazione si trasforma in “agente per la formazione ed il lavoro” rimanendo in costante contatto con i riferimenti aziendali, ma anche con le ragazze e i ragazzi per i quali è un’importante figura di riferimento.
Alcune ragazze/i riescono a inserirsi da subito nell’ambiente di lavoro e spesso vengono coinvolti in turni extra. Anche questo rappresenta per loro una enorme soddisfazione. Il poter dire, mi hanno chiesto di fermarmi, o di partecipare ad un servizio. Con clienti veri, in un’azienda.
Tutto ciò ha un costo. Per l’azienda si tratta di formare una lavoratrice o un lavoratore, seriamente, affinché possano diventare autonomi. Perché di fatto quasi mai sono autonomi da subito. E per autonomia non si intende di saper usare il tablet che usano in quell’azienda, o di capire la numerazione dei tavoli. Per autonomia intendiamo l’aver conquistato e meritato la fiducia dell’azienda. Il sapere che possono lasciarti lavorare da sola o da solo, senza doversi preoccupare di perdere clienti.
Non è facile. Ci va pazienza e passione. E pazienza.

Non basta trovare un lavoro, bisogna anche riuscire a non perderlo.

Tante delle cose riportate sopra fanno capire perchè il valore economico riconosciuto con un contratto di apprendistato di I livello, non è paragonabile al valore di un normale contratto perchè è il valore aggiunto dall’impresa a fare la differenza.
E’ scritto nei volti delle ragazze e dei ragazzi che tornano in aula nelle settimane prima dell’esame che hanno vissuto un’avventura, con la paura, la gioia, la soddisfazione e il rimpianto tipici di un’avventura. E’ la consapevolezza di essere più alti e di vedere le cose un po’ diversamente. Con la certezza che si tratta solo dell’inizio.

L’ENGIM ha aderito alla sperimentazione del sistema duale da subito con molti altri enti (https://www.lanostraviaduale.it/) è grazie a quella adesione iniziale che oggi l’Europa riconosce ad alcuni enti di formazione italiani quella capacità innovativa necessaria per costruire un modello di eccellenza della formazione professionale per i giovani in Italia e in Europa.