In un mondo di innovazione, globalizzazione e digitalizzazione, anche il settore della formazione deve affrontare la necessità di adattarsi. I formatori svolgono un ruolo critico nella modalità in cui l’educazione può progredire ed evolversi: è imperativo che i formatori del futuro siano attrezzati, competenti e preparati.
E’ sempre più importante che insegnanti e formatori siano in grado di modellare la formazione e l’educazione per indirizzare e accompagnare le nuove sfide dei giovani.
Ritengo che il fattore umano sia cruciale, soprattutto quando vogliamo introdurre un cambiamento nella formazione. Il fattore umano accompagna l’intelligenza e la volontà di agire, ma l’elemento fondamentale è “l’adesione al progetto”, la motivazione. Ciò che troppo spesso dimentichiamo è che ciò che muove realmente le persone è la motivazione.
Da questa percezione nasce il pensiero che i nostri formatori non sono più semplicemente dei “contenitori di conoscenza” in grado di accumulare diplomi e certificati. Oggi i nostri formatori devono essere in grado di creare e rendere fecondo un ambiente di apprendimento (ecosistema educativo), in cui il lavoro di squadra è essenziale.
Ritengo che nella Formazione professionale si possano identificare alcune sfide, oltre al tema del fattore umano, una di queste è l’internazionalizzazione. Se i formatori saranno consapevoli delle loro competenze e se il potenziale delle persone è pienamente riconosciuto, i formatori possono condividere la loro conoscenza, le buone e le cattive prassi, ma anche esperienze con professionisti dell’educazione di diversi paesi. Per esempio potrebbe essere utile creare un dipartimento internazionale che all’interno dei nostri enti di formazione possa abilitare questo scambio.
Un’altra sfida del nostro tempo è la digitalizzazione ormai sempre più presente nella nostra società, nei nostri centri di formazione. Come possiamo mantenere aggiornati e competenti i nostri formatori su questi temi? In questo ambito intravvedo due possibili scenari. Il primo può partire dalla nostra stessa organizzazione utilizzando le elevate competenze interne che abbiamo già a disposizione, per formare i formatori attraverso i nostri stessi formatori. Il secondo scenario è quello di valorizzare le imprese con le quali collaboriamo, dovremmo investire più tempo per attivare una “alternanza” per i nostri formatori all’interno delle imprese. E’ proprio con periodi di “job shadowing” che potremmo apprendere nuove tecnologie basandoci su quelle presenti nel mondo reale delle imprese.
Marco Muzzarelli