Si prevede che la forza lavoro europea rimarrà allo stesso livello fino al 2030, con una moderata crescita occupazionale che probabilmente ridurrà la disoccupazione, queste le previsioni del Cedefop, pubblicate l’8 giugno a Bruxelles.

Le previsioni mostrano che i cambiamenti tecnologici possono accelerare i noti trend occupazionali, come il passaggio ai servizi, e possono anche aumentare la polarizzazione nella crescita dell’occupazione, con una rapida crescita proiettata per occupazioni altamente qualificate e una crescita moderata per alcuni lavori di bassa specializzazione. I livelli occupazionali nelle occupazioni di media competenza andranno pian piano in esaurimento, con occupazioni come operai e impiegati qualificati, che potrebbero sempre più diminuire o, nel caso migliore, rimanere gli stessi, dato che l’automazione e l’esternalizzazione prendono il loro posto. In tale contesto, è necessario un ripensamento dell’istruzione e della formazione professionale tradizionale, capace di prevedere le competenze e la loro evoluzione nel futuro. L’obiettivo delle previsioni non è quello di prevedere il futuro, ma di aiutarci a fare scelte consapevoli per evitare di decidere di investire nell’istruzione e nella formazione al buio.

Quali sono le attuali prospettive del lavoro in Europa? Il settore manifatturiero è il principale settore interessato dal commercio globale e dall’automazione, con una crescita economica che in proiezione non mostrerà la creazione di nuovi posti di lavoro, ma neanche la perdita. Tuttavia, alcuni settori ad alto valore aggiunto, tra cui quelli relativi alla produzione di dispositivi elettrici ed elettronici, macchinari di supporto alla produzione di attrezzature e veicoli a motore, dovrebbero registrare una crescita sostanziale dell’occupazione. Si prevede inoltre un aumento dell’occupazione nell’area informatica, apparecchiature ottiche ed elettroniche.

I settori dei servizi si troveranno ad affrontare una crescita molto rapida dell’occupazione, in particolare i servizi legali e contabili, la ricerca e lo sviluppo, la pubblicità e le ricerche di mercato, oltre alle attività di servizio e supporto amministrativo.

Credo che la sfida più critica che dovremo affrontare nel decennio a venire sarà la polarizzazione del lavoro, che riducerà la quantità di posti di lavoro “buoni” e ben retribuiti con richieste di competenze medie. Gli effetti di questa polarizzazione comporterà una estensione delle disuguaglianze tra coloro che hanno accesso a lavori di buona qualità e ad alta intensità di competenze e quelli che finiscono per essere impiegati a basso reddito in lavori di qualità inferiore.

In questa sfida sarà importante che la formazione professionale sia in grado da un lato di supportare e sostenere la crescita di competenze delle persone inserite nei suoi percorsi formativi e dall’altro di accompagnare le persone verso un lavoro sostenibile e con redditi garantiti agendo con un approccio comune con le istituzioni e le imprese.

Marco Muzzarelli